Il Comitato intende tutelare e salvaguardare, da ogni forma di contaminazione, tutte le acque del bacino idrografico del fiume Bruna, ivi compresi i suoi affluenti.
Al fine di scongiurare e scoraggiare ogni forma di contaminazione delle acque, il Comitato promuoverà, tra le altre le seguenti attività:
- monitoraggio, rilievo ed analisi, degli attigimenti di falda e di fiume, con mappatura certificata e periodica, al fine di consentire la immediata tracciabilità delle fonti di inquinamento delle acque;
- attività legale per impugnazione presso i Tribunali Amministrativi delle delibere ritenute lesive degli interessi della collettività;
- attività di denuncia presso la Magistratura per atti di inquinamento e degrado ambientale, nonchè per la tutela civile dei danneggiati con finalità risarcitorie.
Cosa contengono i gessi rossi?
Secondo ARPAT
Nelle analisi del 2008 e 2009, ottenute mediante test di cessione, ha rilevato la presenza di sostanze nocive quali solfati, in quantità di mg/l 12.000 contro valori massimi di legge di 1.500 mg/l per l'eluato in discarica e di appena 250 mg/l per le acque potabili, è stato inoltre rilevato il manganese in quantità di 8.000 mg/l contro valori massimi di legge di mg/l 2.000 per le acque superficiali oltre a cloruri, vanadio etc.. Mentre, nel loro controllo della composizione dei gessi rossi mediante prelievo nel corso delle fasi di scarico degli automezzi allo stato solido, l'ARPAT ha riscontrato la presenza di elevati quantitativi di ferro, cromo, titanio, vanadio e altri elementi.
(FONTE:Accordo volontario sul riutilizzo dei gessi rossi per il ripristino ambientale della ex cava di Poggio Speranzona, Novembre 2014, pag.10):
La roccia della cava della bartolina è impermeabile? è un sito sicuro?
No, secondo il TAR della Toscana, prima sezione. Il ricorso in questione, con conseguente vittoria, sancì l'inadeguatezza della Cava della Bartolina come discarica. L'odierna ipotesi rigurderebbe invece l'utilizzo dei gessi per il recupero ambientale della stessa. Tuttavia nella sentenza del TAR emergono degli elementi che evidenziano l'inadeguatezza del sito.
L'alveo di piena del fiume Bruna si trova a 30 m al di sotto del piano di campagna e quindi all'interno della cava. Come sostiene la perizia del prof.Raggi, università di Pisa, i fianchi della cava sono interessati dall'affioramento di acque perenni e quindi gli strati di roccia della stessa sono sicuramente fratturati.
In pratica, se la base della cava potrebbe essere impermeabile, i fianchi sicuramente no.
(Fonte: sentenza 14.01.1992-ricorsi n.772/90, 956/90, 1204/90 e 361/91)
No, secondo il Genio Civile di Grosseto. La comunicazione del compinato ing. Eustachio Loperfido alla Regione, citata anche dal Tar, contiene testuali parole:"inidoneità del sito scelto in quanto non verrebbe garantita la perfetta impermeabilità dei luoghi con conseguente inquinamento delle falde acquifere. Ove ciò si verificasse si creerebbe un grosso danno all'agricoltura locale che si avvale dei numerosi pozzi per l'irrigazione. Dai suddetti atti risulta inoltre la necessità di realizzare un'arginatura sulla sponda destra del fiume Bruna al fine di evitare l'eventuale esondazione in direzione dell'ampliamento della cava prevista nel progetto generale. A parere di questo ufficio, la costruzione della cosidetta arginatura è da escludere a priori, in quanto convoglierebbe, in minor tempo una maggiore quantità di acqua nel tratto vallivo del fiume con sezione di deflusso arginata, che sicuramente provocherebbe la tracimazione delle arginature con conseguenti allagamenti delle campagne circostanti poste a coltura e disseminate di numerosi piccoli centri abitativi."
(Fonte: comunicazione alla Regione Toscana 20.09.1990, n.772)
A questo punto a voi la conclusione e se volete partecipare al Comitato scrivete a : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
05-Ott-2017
Fonte: Comitato Fiume Bruna
Crediti Foto:impresamassai.it