Il governo Renzi nel maggio 2014 lanciò il progetto ItaliaSicura, il più grande investimento in protezione e prevenzione.
"Il Piano per la messa in sicurezza del Paese - ha spiegato il ministro Galletti - non è solo un grande impegno di risorse, ma un cambio di paradigma sull'aspetto decisivo della governance. Abbiamo individuato le priorità di intervento e agito su modalità di spesa. Oggi i presidenti sono commissari straordinari al dissesto e in 30 giorni sono in grado di dare tutte le autorizzazioni. Credo inoltre - ha detto Galletti - che quelle norme abbiano bisogno di una revisione per renderle ancor più competitive. Il lavoro è lunghissimo, ha un orizzonte di 20 anni: è un lavoro avviato, una responsabilità presa rispetto al Paese".
Il progetto è stato diviso in piano stralcio, il primo presentato a Palazzo Chigi ed ha scadenza 2020 con la spesa di 1,3 miliardi di euro destinati ai cantieri per la messa in sicurezza della città, in particolare i primi 33 interventi previsti sono localizzati come segue:
Localizzazione Numero Interventi Costo (milioni di euro)
Bologna 5 8,8
Cesenatico 1 18,5
Firenze 5 55,5
Genova 4 276,0
Milano 8 112,4
Olbia 1 16,3
Padova 2 42,3
Pescara 1 54,8
Venezia 1 61,8
altre città 5 8,8
TOTALE 33 654,2
(dati ufficiali: italiasicura.governo.it)
Ma qualcosa probabilmente è andato storto, a leggere le tabelle della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico della Presidenza del Consiglio, abbiamo 7,7 miliardi di euro ancora da spendere entro il 2023, gli interventi urgenti previsti dai consorzi di bonifica sono 2943 al fine di tenere in efficenza le reti dei canali scolmatori e di fossi a difesa dei centri abitati, per il contenimento delle piene, per adeguare le arginature e gli impianti idrovori ai bisogni delle aree urbanizzate, per stabilizzare le pendici collinari e montane. E' un obbligo, di fronte alle aree di dissesto presenti nell'81,9% dei Comuni Italiani, nei centri urbani troviamo edifici in aree franose o golenali, nel 31% dei casi vi sono sorti interi quartieri, nel 56% aree industriali e ancor peggio nel 20% dei casi nelle aree a rischio idrogeologico sono sorti scuole, ospedali e municipi, edifici che in caso di emergenza dovrebbero essere il punto di ritrovo della popolazione. Ma guardando quello che è stato fatto nel quadriennio 2014-2017 sembra che il paese non vuole imparare dalla sua storia, quello che è stato effettivamente speso è solo l'1,5% del totale (114,4 milioni di euro) forse allora aveva ragione Leo Longanesi quando scriveva:"Alla manutenzione l'Italia preferisce le inaugurazioni", gli interventi di protezione e prevenzione non fanno notizia ma ricordiamoci che salvano vite umane!
Interventi previsti in Toscana dal primo stralcio di Italia Sicura (2014) con l'andamento previsto dei cantieri in %:
12-sett-2017
(crediti foto:gruppo183.org, italiasicura.governo.it)