Un’allerta meteo emanata che viene spesso non compresa o sottovalutata dalle amministrazioni interessate, una perturbazione che evolve secondo meccanismi non esattamente lineari, un territorio complessivamente sempre più impreparato, cittadini che attuano comportamenti incomprensibili e contro-intuitivi e amministratori impreparati e spesso colpevoli.
La prima cosa da far notare è che le allerte meteo emanate giornalmente dalle Regione Toscana sono quanto più precise possibile di conseguenza, a mio avviso, ogni amministrazione dovrebbe prendere dei provvedimenti adeguati per il giorno il successivo. Purtroppo spesso però per motivi politici ed economici tali allerte vengono tralasciate per non rischiare di mettere in allerta la popolazione senza che ce ne sia necessità ma purtroppo, quando le allerte diventano rischi reali, ci rendiamo conto della pericolosità della situazione quando oramai è troppo tardi per agire!
Le perturbazioni come quella che ha colpito la città di Livorno sono molto pericolose, si chiamano temporali autorigeneranti (in gerco tecnico: V-shaped), si tratta di eventi molto pericolosi in quanto stazionano su una determinata area per tempi pù lunghi delle normali perturbazioni scaricando grossi quantità di pioggia e successivamente si rigenerano trovando nuova alimentazione durante il passaggio sopra mari caldi (come nel caso di Livorno). Dato quindi la loro natura al cambiamento tali perturbazioni sono difficili da prevedere con precisione, cambiamo più volte direzione, velocità e forza proprio come gli uragani.
L'area del livornese non è nuova a tali eventi, nel 2009 fu colpita da una perturbazione similare che purtroppo anche in quel caso ha portato la città a dover fronteggiare ingenti danni ma,anche oggi a distanza di otto anni, purtroppo Livorno si riscopre vulnerabile come altre molte città italiane.
Le maggiori alluvioni riscontrate nel livornese sono verosimilmente dovute a torrenti tombati molti anni fa dei quali purtroppo a malapena ci ricordiamo, in questo caso si tratta del Rio Maggiore, tombato circa 30 anni fa che purtroppo non è stato in grado di ricevere i 200 mm di pioggia caduti in 15 minuti è "esondato" tra l'accademia navale e lo stadio proseguendo per 3 km, abbattendo tutto ciò che l'uomo aveva costruito nel suo alveo naturale e portando via con se innocenti vite dei cittadini.
Questa mattina il Presidente Mattarella a proposito degli eventi che hanno colpito la Toscana ha dichiarato: «Questa ennesima calamità provocata da straordinario maltempo dovrà sollecitare al più presto nel mondo politico una riflessione, seria e approfondita, sugli effetti dei cambiamenti climatici e su come difendere efficacemente il nostro territorio...», forse qualcosa sta cambiando? Io lo spero!
Intanto ognuno di noi può fare la sua parte, per un cambiamento radicale è necessario l'impegno di tutte le figure che compongono la società, a partire dal cittadino che diventando un cittadino informato e consapevole può salvaguardare la sua vita e quella aultrui adottando i comportamenti idonei in caso di calamità.
E' compito di noi geologi far conoscere i rischi del territorio alla popolazione, farli essere consapevoli che purtroppo il clima sta cambiando e la nostra terra sta diventando sempre più fragile, l'unico modo che abbiamo per combattere questi eventi è farci trovare preparati per fare in modo che le nostre città diventino finalmenti CITTA' RESILIENTI
Estratto Carta Tecnica Regionale 1:5000 con tracciato l'alveo scoperto del Rio Maggiore e l'area interessata dal tratto tombato.
Dati raccolti dalla stazione meterologica Lamma installata in località Quercianella, Livorno.
11-sett-2017
(crediti foto:sir.toscana.it, www502.regione.toscana.it)